Forse bisogna iniziare a non parlare di prostituzione e di prostitute, ma dare al fenomeno mondiale che abbiamo davanti agli occhi il suo unico nome : la tratta.
Noi forse consideriamo la tratta degli Africani un evento del passato, una barbarie dell’inizio del mondo moderno. Una barbarie lo è stata e ha costituito il maggior traffico di schiavi unitamente a forme di sterminio. Oggi siamo di fronte a un evento analogo, anche se alcuni schematismi economici ci direbbero che la tratta dall’Africa era per « produrre » e che l’attuale tratta planetaria di donne e bambini è per « consumare ». Sarebbe come dire che la prima fu per arricchirsi e questa è per i ricchi, ma anche questo atroce « distinguo » non è vero, perché questi nuovi schiavi servono al PIL di molti Paesi e sono ormai un traffico mondiale sotto gli occhi di tutte le nazioni e delle potenze economiche che regolano il mercato. Si tratta di una vera « ricchezza » internazionale, una « ricchezza vergognosa », una « ricchezza criminale », una « tratta ». Ma una ricchezza che non viene messa in discussione dagli organismi preposti al libero mercato, mentre è un flagello che penetra i più sperduti posti della Terra, scardina le comunità, deporta le persone. Questa mondiale mercificazione delle persone ogni italiano la vede non solo andando in Asia o in America Latina per commerci di piacere, ma la vede in Italia, se non altro dal finestrino dell’autobus o dell’auto, anche se non cerca personalmente i servizi coatti di schiave africane o dell’Europa dell’Est.
Il volume affronta i flussi mondiali della nuova tratta e fa un quadro di quanto avviene in Italia, con autori esperti e impegnati a livello internazionale. Le vittime, le persone in schiavitù, vanno liberate. Il dibattito politico su questo tema non può che partire da una constatazione : il termine prostituzione non è adeguato, siamo di fronte a una mondiale tratta di schiavi. Ogni decisione deve partire da questo e non mascherarsi dietro una edulcorata letteratura sul libero commercio dell’amore o ancor peggio su problemi di sicurezza e buon costume che portano solo alla costituzione di ghetti, dove relegare e legalizzare la tratta. A tema non resta che la schiavitù e la tratta e gli schiavi vanno liberati perché gli unici non colpevoli, anzi vittime da risarcire, se mai risarcimento esista per un crimine così efferato.